LAVORIAMO
INSIEME AI BACINI CARBONIFERI
Questo
posto è cambiato in modo utile
La
vostra teoria economica ha detto che sarebbe stato così
E'
difficile per noi capire
Non
possiamo lasciare i nostri posti di lavoro nel modo che dovremmo
Il
nostro sangue ha macchiato il carbone
Abbiamo
scavato gallerie nel profondo più profondo dell'anima della nazione
A
noialtri c'importa ben più che dei soldi
La
vostra teoria economica non ha nessun senso
Un
dato giorno dell'era nucleare
Potranno
capire la nostra rabbia
Costruiscono
macchine che non sanno controllare
E
seppelliscono le scorie in un enorme buco
L'energia
doveva diventare economica e pulita
Ma
il carbonio 14 è mortale per dodicimila anni
Lavoriamo
insieme ai bacini carboniferi
Il
bacino carbonifero sta sottoterra
Tre
milioni di anni di pressione lo hanno compattato
Camminiamo
attraverso antiche terre boschive
E
con le nostre mani diamo luce a mille città
Le
vostre fabbriche buie e sataniche
Hanno
reso inutile la nostra abilità lavorativa di minatori
Non
potete scambiare una vena di 15 centimetri
Con
tutti i fiumi avvelenati nel Cumberland
Un
dato giorno dell'era nucleare
Potranno
capire la nostra rabbia
Costruiscono
macchine che non sanno controllare
E
seppelliscono le scorie in un enorme buco
L'energia
doveva diventare economica e pulita
Ma
il carbonio 14 è mortale per dodicimila anni
Lavoriamo
insieme ai bacini carboniferi
Le
nostre vite di esseri coscienti affondano
E
voi vi arrampicate sulla vostra montagna mentre noi dormiamo
Questo
modo di vivere è parte di me
E
non ha prezzo, quindi lasciatemi stare e basta
E
se i bambini piangeranno
Il
mondo che gira farà la ninna nanna alle loro anime
E
quando sarete sprofondati senza lasciare traccia
L'universo
mi riassorbirà al giusto posto
Un
dato giorno dell'era nucleare
Potranno
capire la nostra rabbia
Costruiscono
macchine che non sanno controllare
E
seppelliscono le scorie in un enorme buco
L'energia
doveva diventare economica e pulita
Non
si erano mai viste facce sporche
Ma
il carbonio 14 è mortale per dodicimila anni
Lavoriamo
insieme ai bacini carboniferi.
E' una vecchia canzone di Sting, del 1985, un anno dopo lo sciopero dei minatori inglesi stroncato da Margaret Thatcher. Inviteremmo ad ascoltarla e a rileggerla con attenzione, nonostante non sia tra le più conosciute. Ci siamo anche azzardati a farne una traduzione italiana, nonostante l'inglese di Sting non sia tra i più facili.
E', al tempo stesso, una riflessione generale e un omaggio a Sting, che pochi giorni fa ha preso armi, bagagli e strumenti ed è andato alla Bekaert di Figline Valdarno a improvvisare un concerto per gli operai in lotta di quella fabbrica. La solita storiaccia di multinazionali, di delocalizzazione e di capitalismo che sta su tutti i media. Non ve la vogliamo raccontare, sarebbe inutile: visto che perdete oramai il 95% del vostro tempo a sparare e leggere cazzate sui vostri telefonini e sui vostri social di merda, documentatevi visto che ne avete tutti i mezzi.
Ora vi vogliamo raccontare una storia.
Alcuni giorni fa, come forse saprete dal leggere questo blog e/o la pagina Facebook, c'è stato il "Ferragosto a I' Rovo" organizzato dal Fondo Comunista, dal Fronte di Lotta No Austerity e dalla CUB Firenze. Alla fine dell'iniziativa, sono avanzati alcuni enormi cocomeri di una ventina di chili l'uno. Uno dei compagni del Fondo Comunista, che abita non lontano da Figline sebbene in culo al diavolo e lassù dove osano le aquile, si è preso la briga di prendere uno di quei cocomeri e di portarlo agli operai della Bekaert in lotta, che anche nei giorni di Ferragosto hanno presidiato la Bekaert delocalizzata. Secondo quanto ha raccontato il compagno, S.D. (che non sono le iniziali di "San Domenico", ndr a scanso di ogni ipotesi di cristiana carità), gli operai in lotta hanno gradito molto quel piccolo, grande gesto.
Un gesto di solidarietà non immateriale. Il concerto improvvisato di Sting è andato, giustamente, sui giornali; il cocomero del Fondo Comunista, del Rovo, del Fronte di Lotta No Austerity e della CUB Firenze, al massimo, va su questo blogghino minimo come le sue Case. Eppure è importante ed è capace di stimolare qualche riflessione, anche e soprattutto fra noialtri.
In un'altra canzone, che il suo autore non potrà purtroppo andare mai a cantare alla Bekaert perché è morto, si diceva una cosa semplice e fondamentale: "Se io sto con chi lavora, io non sto con il padrone". Si chiamava Ivan Della Mea, e la canzone si chiama: "Rosso un fiore". E siccome siamo in vena di canzoni, ve la facciamo pure (ri)ascoltare:
E', al tempo stesso, una riflessione generale e un omaggio a Sting, che pochi giorni fa ha preso armi, bagagli e strumenti ed è andato alla Bekaert di Figline Valdarno a improvvisare un concerto per gli operai in lotta di quella fabbrica. La solita storiaccia di multinazionali, di delocalizzazione e di capitalismo che sta su tutti i media. Non ve la vogliamo raccontare, sarebbe inutile: visto che perdete oramai il 95% del vostro tempo a sparare e leggere cazzate sui vostri telefonini e sui vostri social di merda, documentatevi visto che ne avete tutti i mezzi.
Ora vi vogliamo raccontare una storia.
Alcuni giorni fa, come forse saprete dal leggere questo blog e/o la pagina Facebook, c'è stato il "Ferragosto a I' Rovo" organizzato dal Fondo Comunista, dal Fronte di Lotta No Austerity e dalla CUB Firenze. Alla fine dell'iniziativa, sono avanzati alcuni enormi cocomeri di una ventina di chili l'uno. Uno dei compagni del Fondo Comunista, che abita non lontano da Figline sebbene in culo al diavolo e lassù dove osano le aquile, si è preso la briga di prendere uno di quei cocomeri e di portarlo agli operai della Bekaert in lotta, che anche nei giorni di Ferragosto hanno presidiato la Bekaert delocalizzata. Secondo quanto ha raccontato il compagno, S.D. (che non sono le iniziali di "San Domenico", ndr a scanso di ogni ipotesi di cristiana carità), gli operai in lotta hanno gradito molto quel piccolo, grande gesto.
Un gesto di solidarietà non immateriale. Il concerto improvvisato di Sting è andato, giustamente, sui giornali; il cocomero del Fondo Comunista, del Rovo, del Fronte di Lotta No Austerity e della CUB Firenze, al massimo, va su questo blogghino minimo come le sue Case. Eppure è importante ed è capace di stimolare qualche riflessione, anche e soprattutto fra noialtri.
In un'altra canzone, che il suo autore non potrà purtroppo andare mai a cantare alla Bekaert perché è morto, si diceva una cosa semplice e fondamentale: "Se io sto con chi lavora, io non sto con il padrone". Si chiamava Ivan Della Mea, e la canzone si chiama: "Rosso un fiore". E siccome siamo in vena di canzoni, ve la facciamo pure (ri)ascoltare:
Ora, le riflessioni tra noialtri, sull'essenza del collettivo in sé e di un collettivo che si dice Comunista in questo tempo disgraziato e di fascismo dilagante, sono cose che dovremo affrontare profondamente e ammodino nei prossimi tempi a venire, diciamo a partire dalle prossime due ore. Rivendicare e portare avanti realmente un'esperienza di collettivo, peraltro non nata ieri, in modo che abbia un senso interno e esterno. Situarci. Collocarci. Agire, e agire facendola finita una buona volta con tutta una serie di melme che, in parte, ci siamo visti piovere addosso, e in altrettanta parte ci siamo piovuti addosso da soli. Autocritica, essenza dell'azione e della vita collettiva! Avere sempre chiaro non solo da che parte stare, ma in che modo starci e in che modo fattivo, sia pure per un cocomero o una canzone. E starci in qualsiasi situazione, in qualsiasi lotta, in qualsiasi conflitto sociale. Senza lagne sull' "essere pochi", ché di queste lagne di autogiustificazione e di autoassoluzione sarebbe ora di fare un fagotto e di bruciarle.
L'azione collettiva significa questo; solidarietà e gesti pratici. Che siano di Sting o che siano del Cocomero. Che siano alla fabbrica occupata o che siano in un quartiere proletario dove serpeggia il naturale fascismo del proletariato abbandonato a se stesso. Altrimenti, sarebbe inutile andare avanti. Tanto varrebbe rinchiudersi nelle delusioni, negli ammòri, nei finti "futuri" giovanili, nella vita virtuale, nel controllo padronale così rassicurante, in ogni cosa. Per l'intanto, un Cocomero portato da periferia a periferia, e anche delle canzoni. Rivendichiamo con orgoglio tutto questo. Lo rivendichiamo anche al di là del gesto, forse improvvisato ancorché dettato dalla storia e dalla vita di un Compagno. Lo rivendichiamo col nostro nome, che è nome di Rivolta. E il nome di Rivolta è: Superare l'esistente.
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