lunedì 20 aprile 2020

Rete di Solidarietà - R/Esistenze: LA MAPPA CITTADINA E I CONTATTI


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EMERGENZA COVID - RETE DI SOLIDARIETA' R/ESISTENZE

Occupazione viale Corsica:
Marta: 3386954380 Serena: 3311015038


LaPolveriera SpazioComune
Francesca: 3290463214 Cecilia: 3319216166


Laboratorio Diladdarno-Occupazione via del Leone
Cosimo: 3883620966 Flora: 3201460231


CPA Firenze Sud
Niccolò: 3487219228


Mondeggi Bene Comune
Alessio: 3477542690


Fondo Comunista
Marinella: 3391349875

Riccardo: 3388619029 (Si occupa su richiesta anche di situazioni all'Isolotto)

Brigate di Solidarietà Popolare Novoli
3534059707





sabato 18 aprile 2020

La seconda raccolta e distribuzione di ieri 17 aprile



La seconda raccolta e distribuzione di generi alimentari e di prima necessità (raccolti con la partecipazione militante di associazioni e singoli nell'ambito della Rete di Solidarietà del Quartiere 2 e di R/Esistenze) si è svolta ieri al Fondo Comunista. Dei circa 40 sacchi preparati ne sono stati distribuiti 25 recapitati immediatamente di persona dalle compagne e dai compagni del Fondo, di R/Esistenze e della Rete di solidarietà (nella foto sopra, una fase della preparazione dei sacchi).

Uno dei sacchi preparati.
La distribuzione è avvenuta dietro richiesta e su individuazione delle reali e più urgenti necessità, in un quartiere come le Case Minime di Rovezzano dove le situazioni di grande disagio sociale (specie presso la popolazione più anziana, ma non solo), di abbandono e di povertà sono purtroppo numerose. Da queste parti, gli effetti del capitalismo si vedono anche fin troppo bene, e non certo da oggi: per questo chiamiamo il Coronavirus il virus del capitale. Non stiamo neppure a raccontare quali e quante tipologie di situazioni affrontiamo quotidianamente, perdipiù in questa situazione di emergenza sanitaria e sociale; situazioni che hanno a che vedere con il puro e semplice approvvigionamento di base. Cogliamo l'occasione per sollecitare chiunque a mettersi in contatto con il Fondo, con R/Esistenze e con la Rete di Solidarietà per le prossime raccolte e distribuzioni, utilizzando questo blog, la pagina Facebook del Fondo / Rovo, l'indirizzo mail fondocomunistafirenze@gmail.com e anche il numero di telefono segnalato in questo blog (338.8619029). 


La preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei sacchi avvengono presso i locali del Fondo nel più rigoroso rispetto delle regole di distanziamento, con uso di mascherine, guanti di protezione e disinfettanti.  Tutti i generi avanzati dalle raccolte, non deperibili, o comunque non scaduti, verranno utilizzati per le raccolte e le distribuzioni successive.

La prossima raccolta e distribuzione avverrà venerdì 24 aprile nel pomeriggio (ulteriori precisazioni nei prossimi giorni su questo blog e sulla pagina Facebook).

Cogliamo l'occasione per una specifica di massima dei generi ricercati per la raccolta: pasta (preferibilmente corta), riso, pomodoro (pelati, salsa, polpa pronta), legumi in scatola (ceci, fagioli, piselli, lenticchie), biscotti, thè, caffè, latte a lunga conservazione, pesce e carne in scatola (tonno, sardine, simmenthal ecc.), marmellate, uova (non a brevissima scadenza), olio, fette biscottate, prodotti liquidi per l'igiene personale (shampoo, bagnoschiuma ecc.). Eventuali contributi in denaro saranno utilizzati rigorosamente e esclusivamente per la spesa di raccolta.

giovedì 16 aprile 2020

Venerdì 17 aprile - Seconda raccolta e distribuzione di solidarietà proletaria al Fondo Comunista





Con il contributo di associazioni e singoli, il FONDO COMUNISTA organizza la seconda raccolta e distribuzione di generi alimentari e di prima necessità. La distribuzione (sacchetti per circa 40 famiglie) avverrà venerdì 17 aprile 2020 circa alle ore 14,30 al Fondo Comunista - Via Rocca Tedalda 277 (dietro ufficio postale). Altre raccolte e distribuzioni verranno organizzate nei prossimi giorni. SOLIDARIETA' PROLETARIA CONTRO IL VIRUS DEL CAPITALE.

Me kontributin e shoqatave dhe individëve, FONDO COMUNISTA organizon koleksionin dhe shpërndarje e dytë të ushqimit dhe nevojave themelore. Shpërndarja (çanta për rreth 40 familje) do të bëhet të premten 17 Prill 2020 rreth orës 14:30 në Fondon Comunista - Via Rocca Tedalda 277 (prapa zyrës postare). Koleksione dhe shpërndarje të tjera do të organizohen në ditët në vijim. Solidaritet proletare kundër virusit të kapitalit.

Prin contribuția asociațiilor și a persoanelor fizice, FONDO COMUNISTA organizează secunda colectare și distribuție de alimente și produse de bază. Distribuția (saci pentru aproximativ 40 de familii) va avea loc vineri 17 aprilie 2020, în jurul orei 14:30, la Fondo Comunista - Via Rocca Tedalda 277 (în spatele oficiului poștal). Alte colecții și distribuții vor fi organizate în zilele următoare. Solidaritate proletară împotriva virusului capitalului.

Con la contribución de asociaciones e individuos, el FONDO COMUNISTA
 organiza la segunda recolección y distribución de alimentos y productos básicos. La distribución (bolsas para unas 40 familias) se llevará a cabo viernes 17 de abril de 2020 alrededor de las 2,30 pm en el Fondo Comunista - Via Rocca Tedalda 277 (detrás de la oficina de correos). Otras colecciones y distribuciones se organizarán en los próximos días. SOLIDARIDAD PROLETARIA CONTRA EL VIRUS DEL CAPITAL.

Avec la contribution d'associations et de particuliers, le FONDO COMUNISTA
 organise la deuxième collecte et distribution de nourriture et de produits de première nécessité. La distribution (sacs pour environ 40 familles) aura lieu vendredi 17 avril 2020 vers 14,30 heures au Fondo Comunista - Via Rocca Tedalda 277 (derrière la poste). D'autres collectes et distributions seront organisées dans les prochains jours. SOLIDARITÉ PROLETAIRE CONTRE LE VIRUS DU CAPITAL.

وبمساهمة الجمعيات والأفراد ، ينظم الصندوق المشترك مجموعة ثانية من المواد الغذائية والضروريات وتوزيعها. سيتم التوزيع (أكياس لحوالي 40 عائلة) يوم الجمعة 17 أبريل 2020 في حوالي الساعة 2.30 مساءً في الصندوق الشيوعي - عبر روكا تيدالدا 277 (خلف مكتب البريد). سيتم تنظيم المجموعات والتوزيعات الأخرى في الأيام القادمة. التضامن التضامني ضد الفيروس الرأسمالي.

venerdì 10 aprile 2020

Raccolta e distribuzione di solidarietà proletaria al Fondo Comunista

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Con il contributo di associazioni e singoli, il FONDO COMUNISTA ha organizzato una raccolta e distribuzione di generi alimentari e di prima necessità. La prima distribuzione (sacchetti per circa 26 famiglie) avverrà oggi 10 aprile 2020 circa alle ore 14 al Fondo Comunista - Via Rocca Tedalda 277 (dietro ufficio postale). Altre raccolte e distribuzioni verranno organizzate nei prossimi giorni. SOLIDARIETA' PROLETARIA CONTRO IL VIRUS DEL CAPITALE.

Me kontributin e shoqatave dhe individëve, FONDO COMUNISTA ka organizuar një koleksion dhe shpërndarje të ushqimit dhe nevojave themelore. Shpërndarja e parë (çanta për rreth 26 familje) do të bëhet sot 10 Prill 2020 rreth orës 02:00 në Fondon Comunista - Via Rocca Tedalda 277 (prapa zyrës postare). Koleksione dhe shpërndarje të tjera do të organizohen në ditët në vijim. Solidaritet proletare kundër virusit të kapitalit.

Prin contribuția asociațiilor și a persoanelor fizice, FONDO COMUNISTA a organizat o colectare și distribuție de alimente și produse de bază. Prima distribuție (saci pentru aproximativ 26 de familii) va avea loc astăzi, 10 aprilie 2020, în jurul orei 14:00, la Fondo Comunista - Via Rocca Tedalda 277 (în spatele oficiului poștal). Alte colecții și distribuții vor fi organizate în zilele următoare.  Solidaritate proletară împotriva virusului capitalului.

Con la contribución de asociaciones e individuos, el FONDO COMUNISTA ha organizado una recolección y distribución de alimentos y productos básicis. La primera distribución (bolsas para unas 26 familias) se llevará a cabo hoy 10 de abril de 2020 alrededor de las 2 pm en el Fondo Comunista - Via Rocca Tedalda 277 (detrás de la oficina de correos). Otras colecciones y distribuciones se organizarán en los próximos días. SOLIDARIDAD PROLETARIA CONTRA EL VIRUS DEL CAPITAL.

Avec la contribution d'associations et de particuliers, le FONDO COMUNISTA a organisé une collecte et une distribution de nourriture et de produits de première nécessité. La première distribution (sacs pour environ 26 familles) aura lieu aujourd'hui 10 avril 2020 vers 14 heures au Fonds communiste - Via Rocca Tedalda 277 (derrière la poste). D'autres collectes et distributions seront organisées dans les prochains jours. SOLIDARITÉ PROLETAIRE CONTRE LE VIRUS DU CAPITAL.

وبمساهمة الجمعيات والأفراد ، نظم الصندوق الشيوعي مجموعة وتوزيع المواد الغذائية والضروريات الأساسية. سيتم التوزيع الأول (أكياس لحوالي 26 عائلة) اليوم 10 أبريل 2020 في حوالي الساعة 2 مساءً في الصندوق الشيوعي - عبر Rocca Tedalda 277 (خلف مكتب البريد). سيتم تنظيم المجموعات والتوزيعات الأخرى في الأيام القادمة. التضامن التضامني ضد الفيروس الرأسمالي.


giovedì 2 aprile 2020

Geraldina Colotti: Brecht y De André en la época del Coronavirus.


Articolo pubblicato da Geraldina Colotti in lingua spagnola su Resumen Latinoamericano. Lo pubblichiamo per ora nell'originale, seguirà traduzione in italiano.

Brecht y De André en la época del coronavirus: «Ahora sabemos que es un delito no robar
cuando tienes hambre»

Por Geraldina Colotti, Resumen Latinoamericano, 28 marzo 2020.-
¿Es peor robar un banco o fundarlo? En el momento en que los poemas de Brecht o, al menos, los versos del cantor De André («Ahora sabemos que es un crimen no robar cuando tienes hambre») fueron la banda sonora de un enfrentamiento de clases que literalmente bajó los pantalones a la historia, hubiéramos escupido en estos dos lados sórdidos del problema: la caridad peluda de aquellos que, después de ser parte del sistema, nos invitan a «donar» las migajas, y los policías de todos los resmas que vigilan esta sociedad divididas en clases, y para esto inventan conspiraciones de la mafia si el pueblo sale de los supermercados sin pagar los alimentos.
En cambio, hoy, frente a miles de “sin derechos” que no pueden comprar alimentos, se están produciendo dos reflexiones simultáneamente: la de los sepulcros blanqueados que denuncian el «escándalo» de la pobreza sin mover un dedo, y la de los justicialistas, que defienden la legalidad burguesa.
Una legalidad que te mata con las manos limpias, porque niega los derechos básicos y la dignidad, convirtiendo al oprimido en un mendigo que solo puede ser un caso humano, pero no un ser consciente del lugar que ocupa en la sociedad dividida en clases.
Un «caso humano» que puede capturar a una pequeña audiencia en los medios si se sube a un puente para denunciar un despido o un  abuso, pero que de inmediato se convierte en un criminal para ser encarcelado si viola las reglas de una sociedad basada en la injusticia social y reivindica sus derechos.
La explosión de esta pandemia vuelve a la materialidad de las relaciones de explotación, desenmascara las coartadas y la hipocresía, y muestra las trampas en las que el conflicto social terminó enjaulado.
¿Pero realmente hay alguien que, frente a los miles de millones que el gran capital internacional ha ganado en los últimos años (60 familias poseen la riqueza de todo el planeta) puede indignarse si el pueblo de lo “sin derechos” llena su carrito de compras porque no tienes algo de comer?
¿Alguien se preguntó cuánto dinero se embolsaron esos «benefactores» para ser tan generosos como para dar varios millones de euros ahora, obviamente por el temor a que el proletariado realmente le pida las cuentas como siempre ha sucedido en las revoluciones populares?
¿Y cuánto dinero se gastó para alimentar un circo igual que el “Plan Colombia”, de alarmas, de jueces, tanques y policías en nuestro maltratado sur de Italia, cuando ese dinero hubiera sido suficiente para dedicarlos al trabajo, la salud o la educación?
No es el «voluntariado» el que debe hacerse cargo de las políticas públicas. No es el ejército el que tiene que controlar los supermercados. Son los capitalistas quienes deben devolver lo que han robado en estos años de neoliberalismo desenfrenado, permitido por políticas cómplices y consociativas de las que la mayoría de estos ex izquierdistas deberían avergonzarse.
¿Se puede hacer? Sí, se puede hacer, incluso si no tenemos ejemplos en Europa. Pero hay otros continentes. China ha dado su lección. Cuba ha dado su lección. La Venezuela bolivariana, aunque criminalmente asediada por el Vaquero de la Casa Blanca y sus lacayos, está dando una lección. No ha fracasado el socialismo, sino el capitalismo. Esta pandemia lo demuestra.
“No vinimos a dar lo que nos queda, sino a compartir lo que tenemos. Todos dan lo que tienen adentro”, dijeron los médicos cubanos llegando a Italia. Lo que, por lo contrario tiene dentro del capitalismo lo muestra en esta el vaquero del Pentágono Trump que no ha encontrado nada mejor que poner una recompensa en la cabeza de Maduro para evitar que el pueblo venezolano tenga acceso a la medicina.
Mientras que en Italia aumenta el número de muertos, más de 10.000, y son muertos gastados en el altar del capitalismo, a las 6 de la tarde, se escucha el himno nacional desde las ventanas. El himno de un país imperialista, que alaba a los «mártires de Nassiria» pero no a los que mueren en el trabajo, en el mar o por causa de la OTAN, de la cual somos sirvientes.
«Ahora sabemos que es un crimen no robar cuando tenemos hambre», cantó Fabrizio de André. Era la década de 1970. Los tiempos de las «expropiaciones proletarias», de las grandes luchas por el poder, de la prisión política como una «escuela de lucha». La canción de la que se toman esos versos se titula «En mi hora de libertad». Él dice: «Para respirar el mismo aire que un carcelero, no tengo ganas, así que decidí renunciar a mi hora de libertad …». Y canta la rebeldía del prisionero.
Es la «canción de Mayo» 1968, el Mayo francés contra las jaulas y la hipocresía del capital. Contra la sociedad disciplinaria. “Ce n’est qu’un debut”, No es que el inicio, se dijo entonces. Sous le pavé la plage. El fuego sale de la carretera, incluso ahora, bajo las cenizas el fuego todavía no se ha apagado.

venerdì 27 marzo 2020

RIFLESSIONI SULLA PANDEMIA



IL CAPITALISMO È BARBARIE

Il Coronavirus ha fatto emergere, a livello eclatante, la contraddizione tra accumulazione / profitto e la vita, nel senso più allargato del termine.
Da una parte una massa inerte, assopita dal modello e dalla sua propaganda, pronta all’estremo sacrificio a proprio rischio e pericolo, per la “patria / impresa”, che la considera solo numeri. Dall’altra l’interesse d’impresa, accumulazione e profitto, con l’unico obiettivo del mantenimento del modello.
L’unica arma in mano ai proletari operai lavoratori tutti per difendersi dal VIRUS è lo sciopero.
L’emergenza pandemia ha prodotto il blocco progressivo di interi settori strategici per la produzione capitalista. La chiusura delle frontiere al grido del “si salvi chi può”, con conseguente frenata alla movimentazione delle merci, ha provocato -come primo effetto della globalizzazione capitalista- la totale mancanza nel giro di una settimana delle forniture ospedaliere di base, insieme a tutto ciò che il Mercato reputava conveniente produrre altrove.
Ci siamo dovuti rendere conto dell’inefficienza del sistema sanitario, causata dalle privatizzazioni e dai tagli subiti negli ultimi decenni.
La trasformazione ormai è avvenuta: da esseri pensanti capaci di autodeterminarsi, a pedine in mano delle esigenze del “Signor / Dio Mercato”.
Tutto viene messo in mano alla divisa che incontri, alla libera interpretazione dello sbirro di turno, che decide ciò che è lecito fare.
Sicuramente non vogliamo uno stato di polizia, posti di blocco, droni, applicazioni per il telefono per il tracciamento generalizzato e l'induzione all’isolamento fisico (tutto necessario?) che tutto ciò porta con sé: desolidarizzazione, paura del vicino, diffidenza per tutto ciò che esce dallo schema imposto.
Questo ci porterà alla totale incapacità analitica del presente, all’incapacità di gestirsi spazi e movimenti. Le ripercussioni di questa crisi planetaria si riverseranno sulla vita di tutti noi con un livello di immiserimento generale.
Vogliamo analizzare le conseguenze devastanti prodotte dallo sfruttamento della natura da parte del modello: cambiamento climatico, avvelenamento delle falde acquifere, delle terre, dei mari, dell’atmosfera ecc. ?

Anche No!

Sembra inutile a questo punto soffermarsi sul perché e sul percome di questo momento. Assai più utile pare affrontare i perché ed i percome di ciò che vogliamo.
Ciò che non vogliamo, lo hanno sicuramente analizzato ed espresso in mille modi i tanti di noi che hanno provato a resistere all’appiattimento totale di questi decenni.
Quindi, è ora di agire. È arrivato il momento di iniziare a pensare tutti insieme a come possiamo costruire il nostro futuro, pena la caduta nelle barbarie. Tutti noi dobbiamo mettere in campo le nostre intelligenze e iniziare a mettere nero su bianco le linee guida dei “nostri sogni”, di ciò che nella nostra lotta quotidiana, sia politica che sociale, ci ha dato fiato per andare avanti, ci ha dato immaginazione e ci ha fatto vedere ciò che vogliamo. Abbiamo appoggiato Cuba, il Venezuela ed il Rojava, i Mapuche, gli Zapatisti del Chiapas, tutti i tentativi di liberazione ed autodeterminazione di qualsiasi parte del mondo.

L’ESPERIENZA DI OGNI LOTTA DI LIBERAZIONE NON APPARTIENE AL SINGOLO POPOLO MA AD OGNI INSORGENZA, È ESPERIENZA UMANA E COME TALE DOBBIAMO FARNE TESORO.

Partiamo dalla solidarietà umana, dalla divisione e condivisione della ricchezza, dal rispetto della natura, dall’abolizione dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo e sulla natura, per costruire la liberazione del tempo dal lavoro, per l’autogestione dei territori, per l’indipendenza alimentare, per la realizzazione di tutte le necessità sociali. Chi più ne ha più ne metta.
Se in un momento come questo, in cui la contraddizione tra capitalismo e vita emerge agli occhi di tutti (il prosciutto è caduto), e in cui probabilmente si stanno producendo dei cambiamenti drastici, (molto difficilmente tutto tornerà come prima), non riusciamo a far sentire la nostra voce, ad esprimere l’idea che la possibilità di cambiare forme e modello è reale e necessaria, perderemo una grande occasione, e vedremo e subiremo la Loro riorganizzazione, che con l’esperienza della pandemia (la sperimentazione di notevoli livelli di controllo sociale), diventerà ancora più forte.

COLLETTIVO DEL FONDO COMUNISTA
27 marzo 2020


Medici da Cuba



mercoledì 25 marzo 2020

Costruiamo gli anticorpi al Coronavirus!



COSTRUIAMO GLI ANTICORPI
AL CORONAVIRUS

19 marzo 2020


Al diffondersi di un virus, lo sappiamo ormai bene, sono gli organismi più deboli, quelli più indifesi, a correre i pericoli maggiori.
Le epidemie più gravi che la storia ricordi sono infatti direttamente collegate a periodi di carestia, di miseria, di guerra.
Il Corona virus non fa eccezione e se oggi la nostra società è in ginocchio è perché essa è resa vulnerabile dalla carestia che prende il nome di crisi economica perenne, dalla miseria intellettuale che ci circonda e dalla guerra ai ceti meno abbienti.
Se il Sistema sanitario nazionale non è in grado di far fronte all’emergenza è perché è stato progressivamente smantellato a vantaggio della sanità privata:
riducendo il personale, tagliando i posti letto, accorpando i presidi sanitari… Quei tagli alla sanità che, è bene ribadirlo, sono figli di una precisa scelta politica che ha derubricato la nostra salute a vantaggio di cose ben più importanti per chi ci governa: oggi apprendiamo con orrore che un solo caccia F35 costa allo stato italiano quanto 7000 ventilatori polmonari.
L’emergenza non è però solo sanitaria, siamo anche in piena emergenza economica. E come poteva non accadere in un paese che la globalizzazione e la nuova suddivisione del mondo in mono aree economiche, ha voluto trasformare in un gigantesco parco giochi per turisti? Ci sono paesi in cui anche i bambini sono costretti ad andare in miniera, altri in cui l’economia ruota interamente intorno alla finanza e altri, come l’Italia, destinati ad accogliere le vacanze dei benestanti di tutto il mondo. Nel nome del profitto si sono svenduti i centri storici, le campagne, i prodotti stessi della terra.. siamo diventati un popolo che direttamente o indirettamente vive di turismo: oggi paghiamo il conto di queste scelte.
Ogni giorno migliaia di persone vengono “lasciate a casa” a causa del corona virus, strozzate per di più da un costo della vita che rimane nella maggior parte dei casi “a misura di turista”. Il conto è reso inoltre ancor più salato dalla più completa inutilità a cui si sono auto relegati i sindacati confederali ormai da anni. Incapaci non solo di pretendere la chiusura dei posti di lavoro, ma anche solo la loro messa in sicurezza, impotenti nel tutelare i precari, i lavoratori in nero, gli assunti nelle cooperative, i lavoratori stagionali…
Ad emergere insieme al contagio è anche la barbarie culturale in cui ormai siamo immersi: chi fino a ieri sembrava disposto ad affogare con le proprie mani chi era in fuga dalla guerra, oggi lo abbiamo visto scappare di notte dalle zone rosse alla volta delle seconde case al mare, con buona pace della salute di tutti. Motore delle azioni più ignobili, dal razzismo verso gli asiatici all’accaparrarsi del materiale sanitario, è la paura. Una paura di cui i primi responsabili sono politici e giornalisti.
Due facce della stessa medaglia il cui obiettivo comune è “vendersi”, certo non tutelarci: i primi per non perdere consensi, i secondi per aumentare le vendite. Una paura alimentata dalla confusione di una classe dirigente che ha mostrato tutta la sua impreparazione e inefficacia, la cui principale risposta è stata sinora quella già testata su ogni tipo di emergenza: l’aumento del controllo e, come dimostra la drammatica vicenda della gestione delle carcere italiane, della repressione.
Questa emergenza ha mostrato chiaramente che non c’è più tempo per chiedere, ora è il momento di pretendere. Pretendere innanzitutto che la nostra salute sia realmente al primo posto e si faccia tutto il possibile per tutelarla, compreso l’esproprio delle cliniche private.
Soprattutto è però il momento di costruire, tutti assieme, quegli anticorpi all’interno della nostra società affinché una situazione del genere non si possa ripetere mai più. Investendo nella sanità, difendendo i lavoratori, organizzando un’informazione libera dalla logica del profitto e del sensazionalismo a tutti i costi, modificando radicalmente il nostro modello economico.
Una cosa deve infatti essere chiara:
NON PAGHEREMO NOI QUESTA ENNESIMA CRISI, non cascheremo nella retorica dei sacrifici per il bene di tutti. I soldi dovranno essere presi dove ci sono, in primis da chi da quest’emergenza sta guadagnando, perché dalle crisi si esce tutti insieme, abbandonando quell’egoismo che si è diffuso nella nostra penisola ancor più velocemente del virus.