Vacchereccia (Cavriglia, AR). Il centro sociale Don Chisciotte / Collettivo Bujanov |
Il comunicato che segue è stato redatto dal centro popolare Don Chisciotte / Collettivo Bujanov di Vacchereccia (comune di Cavriglia, provincia di Arezzo). Da anni realtà sociale e antagonista nel Valdarno, il Don Chisciotte / Bujanov è caduto, negli ultimi tempi, nelle grinfie dell'amministrazione PD del comune valdarnese; ma per questo lasciamo tutta la spiegazione al comunicato del Collettivo Bujanov, che riproduciamo qui nella sua integralità Quel che ci preme dire, è esprimere la nostra solidarietà totale con le compagne e i compagni del Don Chisciotte / Collettivo Bujanov, è non è una semplice solidarietà verbale. Con le compagne e i compagni di Vacchereccia abbiamo rapporti da anni; abbiamo partecipato alle loro iniziative come loro hanno partecipato alle nostre condividendo azioni, obiettivi, motivazioni ideali e politiche, aiuti logistici. Le compagne e i compagni del centro popolare Don Chisciotte / Collettivo Bujanov erano assieme a noi quando, il 7 febbraio 2015, abbiamo occupato I' Rovo; ma questa non è che una delle tante cose. Ora che sono sotto sgombero (e addirittura sotto demolizione farmaceutica!) a favore di un privato, prassi più che tipica di ogni amministrazione PD che si rispetti, intendiamo ribadire non soltanto la nostra solidarietà, ma qualcosa di ben di più. Curiosamente, l'immobile si trova, a Vacchereccia, in una strada che si chiama "Via Renzi"; ma al sindaco del comune di Cavriglia non è venuta l'idea di erigervi un mausoleo al segretario del PD, bensì un'improcrastinabile farmacia privata. La solita speculazione, insomma; niente di nuovo sotto il sole.
TROPPO COMODO !
Abbiamo appreso, in maniera del tutto fortuita, che i locali che attualmente ospitano il centro popolare Don Chisciotte a Vacchereccia, sarebbero stati in un attimo di distrazione generale venduti. Non solo, è già previsto che l'acquirente privato demolisca il bene pubblico per consentire (oltre all'immancabile profitto per qualcuno) all'amministrazione comunale di soddisfare i bisogni principali degli abitanti di Vacchereccia.
Avremmo qualcosina da dire.
Troppo comodo parlare dello sgombero forzato di un centro popolare autogestito nei termini di una riqualificazione.
Troppo comodo aver fatto finta di niente finché è convenuto: manutenzione gratuita, patentino di amministrazione "sensibile" e solidale.
Troppo comodo spacciare la solita speculazione a scapito del patrimonio pubblico come soddisfazione dei bisogni dei cittadini.
Al fumo negli occhi istituzionale preferiamo parlare chiaro: uno sgombero è uno sgombero! E qualcuno si dovrebbe assumere la responsabilità politica di gestirlo...
I fatti sono fatti: l'ennesimo bene pubblico viene privatizzato; l'ennesimo luogo non mercificato di aggregazione, aperto a tutti, viene chiuso; l'ennesima esperienza di lotta e resistenza a questo sistema di alienazione e sfruttamento viene repressa. Questo per costruire appartamenti, una farmacia e due studi medici...Tutto torna. Sempre.
Per provare a intuire i veri obiettivi di questa operazione, significativo è il parere dell'Associazione dei Farmacisti Valdarnesi che parla dell'inevitabile chiusura della farmacia perché non "performante" (!). Quindi basta cambiare posto, far girare un po' di soldi e magicamente la nuova farmacia macinerà profitti (vero motore di questo nostro triste mondo)? Oppure, addirittura si prevede, grazie al prossimo arrivo nelle capienti miniere di S. Barbara delle terre contaminate TAV, un incremento del consumo di medicinali...
Ci chiediamo anche se la ridente e sonnolenta Vacchereccia abbia come prima necessità una farmacia (e altri appartamenti)...
Dal nostro punto di vista un'amministrazione arrogante e furba porta come sempre avanti i suoi interessi di bottega, ignorando una realtà che da 15 anni porta avanti (unica in Valdarno) le pratiche dell'autogestione e dell'auto-organizzazione, vero fumo negli occhi della sinistra di potere.
Loro parlano di abbandono e degrado.
Dov'è il degrado, in un centro popolare senza padroni e padrini, che (senza mezzi e completamente autofinanziato) in maniera stabile produce attività "culturali" a volte vivaci e rumorose ma vitali e comunque espressione delle contraddizioni che animano questa società. Una voce indipendente e scomoda, collegata a tante altre voci scomode nel tempo e nello spazio, che ancora parla di antifascismo e di anticapitalismo.
Oppure in chi è incapace di mettere anima e contenuti in ciò che fa, perché ha ormai perso radici, idee...e credibilità?
Il degrado è il risultato della deriva liberista e autoritaria che le classi dirigenti di tutto il mondo hanno abbracciato.
Per concludere, non abbiamo granché da dire al sindaco.
Don Chisciotte o meno, le ragioni della sua esistenza rimagono immutate, bisogni insoddisfatti genereranno risposte adeguate...
HASTA SIEMPRE
IL CAPITALISMO È BARBARIE
Collettivo Bujanov.
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