Contadine e contadini a Rovezzano, 1912. |
"Quando l'ultimo bosco sarà bruciato, l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce catturato, solo allora capirete che non si può mangiare denaro."
(Toro Seduto)
Dopo anni di abbandono, ieri mattina, 7 febbraio 2015, alcuni "ragazzi" si sono riappropriati delle Serre di via del Guarlone.
Queste serre, appartenenti al Comune e concesse all'ASL anni fa per la riabilitazione di un gruppo di tossicodipendenti, si trovano ora in stato di degrado e incolte. Considerate come non proficue, ignorandone il valore e la possibilità di sopravvivenza che per molti disoccupati potevano rappresentare.
Ormai TG e giornali non parlano d'altro che di crisi. Banchieri. imprenditori e politici ci convincono che non c'è lavoro, e fabbriche, aziende e uffici chiudono una dopo l'altra lasciando migliaia di lavoratori a casa. Basta guardarsi intorno per notare gli innumerevoli spazi che vengono abbandonati e lasciati vuoti, trasferendo le produzioni all'estero, per garantire il profitto alla classe dominante. Di quanti hanno fame, e di come alcuni di cibo ne hanno da buttare. MA SE IL PADRONE NON CI FOSSE?
Questi ragazzi, quotidianamente etichettati come "svogliati" e "nullafacenti", riluttanti all'unica possibilità che lo stato offre per la sopravvivenza (l'emigrazione), insieme a più compagni e solidali stanno ripulendo e bonificando lo spazio e, fiduciosi dell'idea che non serve il padrone per lavorare, hanno tirato su un progetto per il recupero della terra e per la creazione di un lavoro possibile, che fino a ieri non esisteva.
Mossi da un'esigenza e da un sogno collettivo, che vede il lavoro come fonte di soddisfazione della propria vita oltre che come mezzo di sopravvivenza, dove si lavora insieme e si condivide equamente il frutto della fatica, dove si lavora tutti per lavorare meno, o forse si LAVORA MENO PER LAVORARE TUTTI.
Ieri, alle Serre di via del Guarlone ci si è riappropriati della terra, che è stata tolta dallo stato di degrado in cui le "istituzioni" la hanno lasciata, per dargli nuova vita. Si mette in discussione un sistema per dare spazio a un sogno di collettività e di solidarietà.
RENDERE VITA ALLA TERRA, PER RIAPPROPRIARCI DELLA VITA.
Invitiamo quindi tutti gli abitanti dei quartieri circostanti, i proletari stanchi di una vita di sfruttamento a DARE UN'OCCHIATA AL LAVORO SVOLTO, oggi domenica 8 febbraio 2015 alle ore 15.00 con VINO E FETTUNTA PER TUTTI!
LAVORARE SENZA PADRONI È POSSIBILE,
RIAPPROPRIAMOCI DEL LAVORO.
CONTRO IL DEGRADO
E LO SFRUTTAMENTO DEL CAPITALE
IL CAPITALISMO È BARBARIE.
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