Il compagno Antonio Ginetti, incarcerato dal 26 gennaio scorso e poi posto agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Pistoia in seguito agli arresti nel movimento NO TAV decisi dalla Procura di Torino e dall' "eroe" Giancarlo Caselli, sta effettuando da 20 giorni uno sciopero della fame perché gli è stato negato di andare a lavorare, unica sua fonte di sostentamento. Pubblichiamo queste sue due comunicazioni standogli vicino e continuando a combattere per la liberazione sua e di tutti gli altri compagni.
Sabato
26 maggio
17°
giorno di sciopero della fame
Anche
il 17° giorno è trascorso.
Oggi
ho cominciato a sentire la stanchezza.
Ovviamente
non mi sono preoccupato molto, mi sono limitato a trascorrere
buona
parte della giornata sdraiato sul divano: lettura e...giro d'italia.
Le
gambe le sento pesanti, ma ancora mi tengono in piedi, seppure un pò
meno.
Ma
non dovendo uscire di casa e non avendo da fare niente, poco cambia
se
invece di andare su e giù per le scale, rimango molto sul
divano.
Il
fisico sento regge bene. Altri dolori per adesso non mi pare di
sentirne.
Avevo
detto di arrivare al 30, quando avrò il Tribunele del Riesame
e sono
sicuro
di riuscirci, ovviamente senza crearmi problemi fisici.
Giovedì
mi pareva di aver capito che uno dei PM di fronte allo sciopero della
fame avesse pensato di darmi un leggero, leggerissimo alleggerimento
dei domiciliari.
Ovviamente
doveva parlarne con tutto il pool. Mi pare che abbiano deciso un bel
niente.
Questi
non li smuovi neppure con le cannonate (vecchio modo di dire; che non
abbiano a prendere alla lettera le parole!!!).
Ma
sia chiaro che da loro a questo punto non voglio un bel niente. Il 30
deciderà il Tribunale del Riesame e non mi pare che siano
della stessa pasta.
Per
quanto mi riguarda intendo resistere fino al 30, e lo farò.
Non mi manca
la
forza d'animo che mi spinge. Senza contare tutta la Solidarietà
che ho trovato in tantissimi compagni che è ancora più
forte della mia determinazione.
Se
loro hanno il Potere di fare tutto ciò che desiderano, e
possono anche andare oltre la loro "legalità",
sappiano che io ho tutta la dignità che mi da
la
forza per non subire passivamente il loro accanimento repressivo e
punitivo.
Se
a loro appartiene il Potere...a noi appartiene il futuro.
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Pistoia
29 maggio 2012 - 20° giorno di sciopero della fame
COMUNICATO
STAMPA
LA
LEGGE (non) E’ UGUALE PER TUTTI
O
se è uguale…non tutti sono uguali per la legge
Mercoledì
23 maggio la città di Pistoia viene scossa da una “atroce”
notizia: il Direttore Generale dell’ASL 3, dott. Scarafuggi
Alessandro, è stato arrestato. Con lui sono finiti sotto
inchiesta il D.G e il direttore amministrativo dell’ASL 1 di Massa.
L’indagine
riguarda l’ ASL apuana per gli anni dal 2002 al 2007, quando vi è
stato un ammanco nei conti accertato di circa 270milioni di euro.
In
carcere solamente il direttore amministrativo, gli altri due signori
sono stati da subito collocati agli arresti domiciliari.
Leggendo
i giornali vediamo un gran vociare degli amministratori che si
dichiarano tutti “GARANTISTI”, a giustificazione della
correttezza dei provvedimenti presi.
Io
non chiedo che il dott. Scarafuggi venga arrestato in carcere, no!!
Chiedo
solamente se questo GARANTISMO non valga per tutti i cittadini, dal
momento che “LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI”, e quando si dice
TUTTI si deve intendere TUTTI, al di là della posizione
sociale, che poi, come si vede, a rubare sono molto bravi anche i
D.G. (anzi: anche più bravi, e dei soldi dei contribuenti).
Mi
si dirà che la personalità del dott. Scarafuggi,
impedisce che questi si possa rendere irreperibile, che possa
“inquinare le prove”, che vada a reiterare il reato.
Forse
è una pura coincidenza, ma nella notte tra sabato e domenica
un INCENDIO DOLOSO ha gravemente danneggiato la palazzina delle Ville
Sbertoli che ospitava l’archivio ASL.
Non
si è incendiata una palazzina prospiciente da cui il materiale
d’archivio era stato spostato solo da poco tempo. Da cui si denota
molta conoscenza ed altro.
Certamente
ci diranno che erano tutte vecchie ricette da mandare al macero.
Ma
sui giornali leggo: “scatoloni contenenti soprattutto ricette
mediche destinate al macero” (Il Tirreno 28 maggio), e il
soprattutto dice molto.
Oppure:
“Dovrà essere comunque visionato foglio per fogli, sia per
la possibile presenza di documenti storici e di valore che di dati
sensibili” (La Nazione 28 maggio), ed anche qui gli aggettivi sono
forti ed espliciti.
Lungi
da me il voler implicare il dott. Scarafuggi in questo increscioso
avvenimento, ma la contemporaneità dei tempi mi lascia molto
perplesso.
Il
sottoscritto, per reati assai minori che l’aver fatto un ammanco di
270milioni di euro (per di più nella Sanità!), si è
fatto 21 giorni di carcere, e da più di tre mesi è agli
arresti domiciliari. Ho fatto domanda di permesso per recarmi al
lavoro (che del mio solo modesto lavoro riesco a campare la famiglia)
e mi è stato negato.
Oggi
sono al 20° giorno di sciopero della fame per richiedere il
rispetto di un mio Diritto. Dubito molto che simile trattamento sarà
mantenuto nei confronti del cittadino Scarafuggi Alessandro.
Antonio
Ginetti.
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