Nelle
altre città non si saprebbe dire; ma, perlomeno a Firenze,
quest'anno vede il ritorno in grande stile del Primo Maggio. Almeno
secondo i “metei”, non si preannuncia una giornata climaticamente
simpaticissima, anche se -sicuramente- sarà più simpatica del
sindaco Nardella, quello che va così tanto indignato a cancellare le
“scritte degli anarchici” (ben coadiuvato dalla consuetamente
servile stampetta fiorentina, con in testa Repubblica e il
Corriere Fiorentino) dall'Oltrarno, strombazzando della
presunta “rovina di un giardino” in margine alla manifestazione
antifascista del 25 aprile quando è stato quello che ha svenduto al
miglior speculatore possibile l'intero giardino dei Nidiaci. Ma si
stava parlando del Primo Maggio, e del suo ritorno diffuso in riva
all'Arno: in effetti, mai come quest'anno sembra tutto un pullulare
di iniziative, manifestazioni, presìdi.
La
cosa non può fare che un estremo piacere, e va detto “senza se e
senza ma”. Negli ultimi anni si è assistito infatti alla
distruzione sistematica del Primo Maggio, non solo come giornata di
festa e di lotta, ma anche come simbolo stesso delle lotte e delle
conquiste dei lavoratori. Lotte e conquiste che, sarà bene
ricordarlo anche se dovrebbe essere una cosa decisamente ovvia, sono
state pagate con decenni di lacrime e sangue, di repressione e di
disoccupazione forzata, fino all'attuale incadaverimento del “lavoro”
in sé. Ha ancora senso, al giorno d'oggi, parlare di “lavoro”?
Sarebbe una domanda da porsi seriamente. Nel frattempo, per attenerci
strettamente al tema, anche il Primo Maggio è stato trasformato in
una giornata qualsiasi. Una qualunque giornata di precariato, di
sfruttamento, di aperture imposte, di impedimento all'aggregazione,
di ricatti, di minacce. Né più e né meno di tutti gli altri giorni
di lavoro, o meglio, di lavoro distrutto e trasformato in fantasiosi
asservimenti a politiche economiche e sociali tipiche di un
capitalismo in crisi sistemica irreversibile. Come sempre, quanto più
il capitalismo si avvicina al redde rationem, tanto più
mostra la sua faccia più feroce. “Crisi”, impoverimento
generalizzato, sfruttamento, guerra, disoccupazione e razzismo sono
soltanto gli ingredienti della stessa ricetta.
Per
attenerci al piccolo e locale fazzoletto di terra chiamato “Firenze”
(ma si può essere ragionevolmente certi che dappertutto è così),
negli ultimi anni renziani si è visto benissimo tutto questo. Come
in ogni altro luogo, cancellazione di diritti e garanzie, inibizione
delle lotte salariali, impedimento della difesa dei diritti, attacchi
al diritto di sciopero pronunciati proprio durante l'annuale
“kermesse” renzaiola della “Leopolda” a cura di tirapiedi più
o meno fighetti. Si aggiungano, naturalmente, la “riforma”
Fornero e il Jobs Act. Ma occorre fare menzione
anche e proprio della stessa giornata del Primo Maggio, nei cui
confronti è stata effettuata una vera e propria operazione di
svilimento sistematico. Non soltanto con la politica delle aperture
imposte, ma anche, ad esempio, con l'istituzione di una “Notte
bianca” esattamente il 30 di aprile.
Il
1° maggio 1886, i lavoratori di tutto il mondo diedero vita a una
mobilitazione straordinaria con lo slogan: “Otto ore di lavoro,
otto di svago, otto per dormire”. Lo sciopero per la riduzione
dell'orario lavorativo, partito dalla fabbrica di macchine agricole
McCormick di Chicago, si estese a macchia d'olio e centinaia di
migliaia di lavoratori incrociarono le braccia. Seguì la sanguinosa
repressione, con l'uccisione nei soli Stati Uniti di 21 manifestanti
e l'ingiusta condanna di otto organizzatori sindacali Anarchici che
avevano preso parte alle proteste. Sette di essi furono condannati a
morte (due ebbero la condanna commutata in ergastolo); in onore di
tali mobilitazioni, la giornata del Primo Maggio divenne la Giornata
internazionale del lavoro. Oggi, anche in Italia, le condizioni di
lavoro sono pienamente tornate a quel livello. Presentate come
“misure per combattere la crisi”, sono in realtà il risultato di
tutti gli attacchi alla classe lavoratrice per ridurla al silenzio e
alla schiavitù.
E
così, a Firenze ecco che ritorna il Primo Maggio. Non che fosse mai
del tutto scomparso: qualche rara iniziativa c'era ancora, qualcuno
che ha tentato qua e là di non far spegnere la fiamma. Non si sta
parlando dei vuoti ed effimeri “concertoni” romani, della solita
piazzona dove famosi artisti più o meno engagés si
esibiscono su un palco facendo finta, per un giorno, di essere tutti
dalla parte dei lavoratori. Qui si parla di iniziative dal basso, di
veri lavoratori, di veri
precari, di veri disoccupati,
di veri giovani
(studenti e non) che non pensano alla solita vituccia borghese e a
fare i “cervelli in fuga” tanto strombazzati dai media di regime.
Qui non si fugge affatto, e ci si riprende il Primo Maggio così come
si deve.
A
Firenze, ad esempio, Sindacati di Base e molte organizzazioni
cittadine hanno deciso di collegare alcune iniziative pubbliche per
la festa del Primo Maggio, per riscoprire e rivendicare il carattere
di lotta di questa giornata, rilanciando la mobilitazione unitaria e
solidale, per la riduzione dell'orario lavorativo giornaliero a
parità di retribuzione, per salari dignitosi, per un giusto regime
pensionistico, per la sicurezza del lavoro e sul lavoro.
Un
percorso comune che inizierà nel centro di Firenze il 30
aprile alle ore 22, con
una iniziativa di comunicazione con cartelli, slogan e striscioni per
contestare il carattere consumistico (nonostante il solito pretesto
della “cultura” tirato fuori dal Nardellus) della “Notte
bianca” esattamente alla vigilia del Primo Maggio; il ritrovo è
all'Ateneo Libertario di
Firenze, in Borgo Pinti
n° 50, alle 21,30.
Il
1° maggio,
alle ore 11,
si svolgerà un presidio in via
Ricasoli, davanti al
supermercato Carrefour,
contro le aperture festive dei centri commerciali e lo sfruttamento
sistematico dei lavoratori del settore della grande distribuzione.
Tutti sono invitati a partecipare!
A
partire dalle ore 12,
ci sarà lo storico pranzo con musica presso il Fondo
Comunista delle
Case Minime di Rovezzano (via di Rocca Tedalda 277, davanti alla
stazione FS di Rovezzano e a 50 m dal capolinea del bus 14 di via
Ripa), con interventi di lavoratori, studenti e realtà di lotta. Si
tratta di una delle “fiamme mai spente” di cui si parlava prima:
al Fondo, il Primo Maggio è stato sempre organizzato dalle compagne
e dai compagni del Collettivo, anche quando quasi nessuno più faceva
nulla; ed è importante sottolineare che ciò è avvenuto e avviene
in una delle principali realtà proletarie (e sottoproletarie)
fiorentine dove i fascisti, che altrove oramai imperversano a Firenze
con la benedizione delle giunte renziane (tant'è che fior di
assessori si fanno pure fotografare assieme al ducetto di
Casapound...), non
si azzardano nemmeno ad entrare.
Dalle
ore 17,30/18
ci si trasferisce tutti di nuovo in centro, in Piazza
dei Ciompi
(Loggia del Pesce) per una serata
di festa e di lotta assieme alle organizzazioni antagoniste e
libertarie del quartiere. Fanno
la “notte bianca”? E noi gli facciamo una bella Notte
Rossa
sotto il naso.
Come
si può vedere, un'intera giornata di festa, di mobilitazione, di
lotta, di (ri)presa di coscienza che le realtà organizzatrici
rivendicano con forza invitando
tutta la popolazione a partecipare per un'iniziativa di classe e di
coscienza.
Non a caso è stato voluto, quest'anno, collegare tutte queste
iniziative in un percorso comune che coinvolgesse tutta la città di
Firenze, dal centro svuotato e vetrinizzato fino alle periferie
proletarie. Non ci piace il “bello” di Matteino e del suo
figlioccio Nardella, un “bello” di facciata che nasconde
l'orrore. Non ci piace il consumismo capitalista mascherato con
qualche concertino della solita “musica classica” in due o tre
angoletti suggestivi del centro per dare una patina di “cultura”;
da noialtri, anche la musica è autoprodotta da ragazzi e ragazze che
ogni giorno devono affrontare il precariato, lo sfruttamento, la vita
non solo senza “futuro” ma neppure senza presente. E che cantano
tutto questo nelle loro forme. Non ci piace e non ci piacerà mai:
per questo il Primo Maggio, quest'anno, torna a Firenze.
E
ci piace anche rivendicare che la nostra iniziativa comune, preparata
e organizzata da tempo saldando iniziative vecchie e nuove per il 1°
Maggio, abbia, per così dire, contribuito a “risvegliare” anche
altre realtà cittadine che, negli scorsi anni, se ne stavano lì un
po' a dormire, oppure a fare pranzetti in famiglia o gitarelle in
campagna e al mare. Ci fa un sincero piacere constatare che,
quest'anno, tutti quanti si stiano invece dando un gran daffare nelle
proprie realtà per il Primo Maggio, destandosi da un torpore che,
oggi più che mai, deve trasformarsi in lotta e coscienza di classe.
Con la speranza, naturalmente che da quest'anno il Primo
Maggio,
a Firenze come ovunque, torni ad essere quel che è e che deve
essere.
Aderiscono
alla Giornata del Primo Maggio a Firenze, Festa Internazionale dei
Lavoratori:
Cub
Firenze, Cobas Firenze, Usi-Ait Firenze, Sgb Firenze, Collettivo del
Fondo Comunista Firenze, FAUC, Partito Comunista dei Lavoratori
Firenze, Movimento Lotta per la Casa Firenze, Clash City Workers,
Partito della Rifondazione Comunista Firenze, Collettivo SKA Galileo,
Collettivo Alberti, Ateneo Libertario Firenze, Collettivo Bujanov
Valdarno, Partito dei CARC Firenze.