La notizia è appena arrivata: i compagni del partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo (CARC), imputati a Bologna in processo (istituito nel 2003) per associazione sovversiva in base ai famigerati articoli 270 e 270bis, sono stati tutti assolti perché il fatto non sussiste. Ancora una volta, quindi, l'ennesimo tentativo di affibbiare ai compagni dei reati associativi da parte di GIP e procuratori asserviti, non regge al dibattito processuale e viene sbugiardato come, del resto, avviene regolarmente.
Assieme ai compagni dei CARC erano imputati nel medesimo processo anche altri compagni del Partito Comunista dei Lavoratori, di ASP (Associazione di Solidarietà ai Detenuti Politici) e di altre realtà proletarie e antagoniste. Il processo si è quindi concluso con un non luogo a procedere generalizzato.
A questo, e per l'ennesima volta, ci sarebbe da pensare (e soprattutto da agire) riguardo ai tanto strombazzati "reati associativi" che, ovunque in Italia, vengono periodicamente affibbiati alle varie realtà di lotta (organizzazioni antagoniste, centri sociali ecc.) con tanto di battage mediatico. In Italia esiste tutta una serie di esponenti della cosiddetta "magistratura" che si occupano della fabbricazione ad arte di accuse ridicole nei confronti dei compagni e delle compagne; quel che purtroppo non c'è di ridicolo in tutto questo, sono gli arresti (in carcere o domiciliari) e gli altri provvedimenti giudiziari che accompagnano queste autentiche idiozie. Basti pensare a quanti compagni (comunisti, anarchici, NO TAV ecc.) si trovano ancora in galera grazie alle prodezze dei vari "dottori" e delle "dottoresse" delle varie procure. Compagni ai/alle quali, vogliamo ribadirlo, va ancora una volta tutta la solidarietà del Collettivo del Fondo Comunista.
Procedimenti infiniti che si trascinano per anni e anni, con un enorme dispendio di denaro pubblico, per poi essere facilmente smontati in aula anche da un avvocato alle prime armi, in quanto regolarmente basati su niente. Le ovvie conclusioni non possono essere che due: o i procuratori sono degli incapaci che non conoscono neppure l'ABC del diritto penale, oppure -con molta più probabilità- non fanno altro che obbedire a un preciso disegno politico-mediatico di repressione e criminalizzazione di ogni realtà di opposizione autentica. Non importa poi essere sbugiardati a dibattimento dopo un decennio: quel che conta è la pressione costante sui movimenti antagonisti e sulle realtà proletarie e di lotta, accompagnata dai fedeli latrati degli scribacchini di regime e dei loro fogliacci di carta da culo.
Ai compagni e alle compagne dei CARC (alcuni dei quali si riuniscono a Firenze proprio presso il Fondo Comunista) va tutto il nostro abbraccio, che va ben oltre la semplice solidarietà. A tutti coloro che ancora sono in carcere o comunque sottoposti a provvedimenti restrittivi, rinnoviamo il nostro impegno quotidiano per liberarli e diffondere controinformazione militante.
No pasarán!
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